di e con Pietro Mazzoldi
Con la cura di Alessandra Bortolato
“Catena bella, si balza in sella;
catena oliata, fuga beata;
catena nuda, quanto si suda;
catena mia, portami via;
catena pura, fino a che dura” Gianni Mura
Fine dell’ottocento, Milano, nasce Eberardo Pavesi, e la bicicletta inizia i primi passi stentati su strade polverose e sconnesse, metà mezzo di rivoluzione sociale, metà strumento di sfida e stupore.
Anni 2000, Brescia. Un ragazzo rilegge Gianni Brera, Addio Bicicletta, la storia di Eberardo Pavesi, e decide di raccontarla e ritrovare l’antico mostro meccanico nel nuovo mondo veloce.
La storia di Eberardo Pavesi e le parole di Brera, si intrecciano a quelle del narratore tra strade di provincia, salite inaspettate, avventure. Dalle prime pedalate al gesto. Dal piccolo paese al tour de france. Dall’inizio del novecento allo spazio dei nostri occhi.
La bicicletta è un mezzo, uno strumento, una bestia metallica ora docile, ora lanciata sulla strada sempre avida di vita e viaggio.