La lettura-spettacolo parla di donne… dei loro problemi, delle loro sensazioni, dei loro vissuti e della loro “potenza”.
I ricordi sensuali -profumati di spezie ed erbe aromatiche o giocati sotto la luce della luna- delle zie Carmen, Clemencia e Cristina “dagli occhi grandi” della Mastretta diventano il filo rosso che collega tra di loro poesie, testi sacri e pagine di letteratura contemporanea.
Il risvolto comico delle situazioni domestiche e del vissuto di coppia, la descrizione delle “piccole cose”, che molte volte fanno naufragare rapporti duraturi, viene invece affidato all’ironia calzante delle ballate di Stefano Benni.
Il tutto è intervallato dalle struggenti canzoni d’amore di Mia Martini, Mina, Battiato e Tenco suonate alla fisarmonica.
“Avevamo il mostro in casa e non ce ne siamo accorti. Avevamo il mostro in casa e non ce ne siamo accorti, l’ha detto mia mamma agli inquirenti, avevamo il mostro in casa e non ce siamo accorti…” (S. Dandini)
Storie vere. Storie di donne. Storie di mogli, sorelle, figlie, fidanzate, ex mogli ed ex fidanzate. Un dramma dai dati inequivocabili: solo in Italia una vittima ogni due, tre giorni. Nel libro Ferite a morte, da cui è tratta la lettura Nel gelido prato, Serena Dandini immagina un paradiso popolato da queste donne e dalla loro energia vitale riuscendo a dare voce a chi da viva ha parlato poco o è stata poco ascoltata. Donne finalmente libere di parlare, senza paura di esporre i propri sentimenti e risentimenti, colme di quell’ironia, ingenuità e forza che le contraddistingue.
Non una lettura teatrale classica ma un dialogo tra le pagine lette, la psicologa e il pubblico presente in sala.