Comunità Montana di Valle Trompia – Assessorato alla Cultura
treatro terrediconfine – Associazione culturale
Circuiti spettacolo dal vivo – Regione Lombardia
2020-02-07 21:00:00
RestArt Progetto teatrale per la Valle Trompia 13 Settembre - 5 Dicembre Comuni aderenti: Bovezzo; Caino; Concesio; Gardone Val Trompia; Lodrino; Marcheno; Marmentino; Nave; Pezzaze; Sarezzo; Tavernole sul Mella; Villa Carcina
Il progetto teatrale per la Valle Trompia “Proposta”, organizzata dalla Comunità Montana di Valle Trompia con la direzione artistica di treatro terrediconfine Associazione Culturale, in collaborazione con i Comuni aderenti, di molti sponsor locali e con il contributo di “Circuiti spettacolo dal vivo” della Regione Lombardia, anche quest’anno si articolerà sul territorio della Valle presentando spettacoli diversificati per coinvolgere un pubblico variegato.
Da sempre caratterizzata da una poetica sociale, la rassegna 2020 mantiene questa sensibilità privilegiando, nell’odierna edizione, alcune tematiche: quelle dei giovani e degli anziani, dell’accoglienza, dell’ambiente, dello sport e della tifoseria sportiva, della memoria, nella convinzione che il teatro debba parlare alla gente del proprio tempo, incoraggiando riflessioni, nuovi pensieri ed intense emozioni. Legata al territorio, la rassegna ha saputo coglierne istanze e umori cercando di orientare le scelte su argomenti suggeriti da chi ama la socialità di uno spazio teatrale.
Siamo in un momento storico in cui il cambiamento appare inevitabile eppure lontano. I sistemi di riferimento sono consumati, le nuove tecnologie creano nuove dinamiche e prospettive: tutto muta, pur rimanendo identico. E in questo gattopardiano periodo in cui ci troviamo stranieri al nostro territorio e a noi, in cui non capiamo cosa accade, in cui tutto sembra essere filtrato, il teatro ha bisogno di una direzione per esistere ancora: una direzione umana. Perché l’umanità è una questione di mani, così come il teatro: mani che costruiscono, che si sporcano, che stringono e che si incontrano. Mani che lottano, mani uniche, irripetibili, che possono unirsi e stringersi insieme. Mani che resistono! Alle umiliazioni, al freddo, alla solitudine, e all’isolamento. Mani che si cercano e che possono ancora trovarsi. Mani che ci chiamano e si chiamano. Che pretendono di essere diverse e non per questo giudicate, simili ma non per questo uguali. È nello spazio tra le nostre mani che il teatro trova ancora il desiderio di esistere, l’orgoglio di continuare, la possibilità di ricominciare e noi con lui.