- di e con Pietro Mazzoldi
- scenografia di Fabrizio Foccoli
- luci di Andrea Gentili
- regia di Fabrizio Foccoli
- treatro terrediconfine associazione culturale
“Se a te ti chiedono cosa hai fatto tra i 20 e i 24 anni cosa ci rispondi?”. La guerra è una questione di gioventù. La Prima di gioventù e di terra. Terra guadagnata e terra persa e terra lasciata per andare in trincea. Da qui parte il racconto di un giovane alpino, che saluta le sue montagne, quelle della Val Trompia, per trovarne altre più dure, non più da coltivare, ma montagne ferite, “più lunghe che alte” al fronte, tra altri ragazzi e miserie. Ma non è la miseria che guida il racconto, piuttosto la forza vitale, inconsapevole o meno, di un ragazzotto di montagna.
Così i colpi d’artiglieria diventano tempesta, gli ordini dei superiori follie di cui ridere, la dura vita del fronte si muove tra “imprecazioni” e avventure, i nemici sono ragazzi, la donna a casa una primavera da ritrovare, fino al momento in cui la guerra ti schiaccia davvero e tutto si perde. Ma il ragazzo può raccontare proprio perché la guerra è finita, lui è tornato alle sue montagne ed è pronto a ricostruire nel vuoto che la guerra ha lasciato. A riprendersi la vita con la gioia e il gusto di una giornata di sole in montagna.
Per i cento anni della Grande guerra vengono raccontate le vicende di un alpino, la sua“piccola guerra”, attraverso una drammaturgia che si basa su testimonianze locali tratte da lettere dal fronte, da documenti, da interviste di chi vi partecipò.