Progetto teatrale per la Valle Trompia La riflessione e il lavoro teatrale portati avanti in questi anni sul territorio della Valle Trompia dalla nostra Associazione “treatro terre di confine” hanno affrontato nella maggior parte delle edizioni tematiche a contenuto sociale.
Apprendere e diffondere la reciproca comprensione, il dialogo, l’accettazione dell’altro è sempre più importante: in questo il teatro e le arti in genere possono fornire strumenti utili in quanto è caratteristica del lavoro teatrale, soprattutto attraverso il linguaggio del corpo e la parola, stimolare emotività e creatività, scambio e lavoro di gruppo. Dopo tutti gli eventi di questi ultimi mesi il livello del conflitto si sta alzando anche nel nostro territorio valligiano quindi ci è sembrato d’obbligo mantenere un filo conduttore, nella scelta degli spettacoli in cartellone per la trentatreesima edizione di “Proposta”, che si dipanasse tra “orizzonti altri” e non soltanto in quello più immediato.
E il primo orizzonte altro che apre la rassegna è quello della migrazione, tema delicato e tristemente attuale. Il 5 marzo lo spettacolo Sabbia vedrà in scena la storia e i corpi di oltre venti migranti, ospiti del C.A.R.A. di Roma, accompagnati da sette attori per la regia di Riccardo Vannucini, per fare del teatro un luogo e un tempo che sia e resti necessario, che possa aprire e dare spazi, approdi, possibilità. Ma gli orizzonti altri sono anche in noi, nel nostro passato, nelle nostre radici, che il teatro può rendere presenti, può rendere scelte e non ricordi.
Così la rassegna vedrà Matteo Bertuetti raccontare una civiltà contadina, una civiltà di montagna, viva, dura, e legata alla terra e ai corpi di chi l’ha vissuta e ancora la vive, in Le stagioni dei prati, spettacolo prodotto da treatro terrediconfine, per la regia di Fabrizio Foccoli.
Marzo chiuderà con l’intenso Polvere, dialogo tra un uomo e una donna, di e con Saverio La Ruina. Un lavoro che indaga la violenza e la prigione di un rapporto, un orizzonte che si fa prigione per una donna chiusa in un rapporto violento. Ad aprile gli orizzonti si riaprono: alle stelle e al pensiero, alla filosofia e alla scienza, alla poesia e all’uomo, termini non separabili, arti che vanno riunite. In scena Lucilla Giagnoni aprirà un orizzonte di pensiero, con Ecce Homo, a cui seguirà Laura Curino, con Margherita Hack, una stella infinita, per tracciare un profilo in cui l’uomo possa scoprire orizzonti di bellezza e pensiero. Seguiranno gli spettacoli Antropolaroid e Pantera Beat.
Due lavori estremamente diversi, eppure simili nel loro tracciato: quello di un affresco di persone, di comunità. Tindaro Granata, con Antropolaroid, creerà in scena la fotografia di una famiglia siciliana, che si dipana attraverso l’attore da generazioni fino a lui. Enrico Re invece disegnerà, attraverso il racconto di uno “sbandato”, il profilo di una comunità di provincia bresciana, dagli anni ’60 ai giorni nostri. Il 22 aprile vedrà in scena Elisabetta Salvatori con Scalpiccii sotto i platani, La strage di Sant’Anna di Stazzema. Un racconto toccante di un orizzonte che non si chiuderà mai: quello degli eccidi nazifascisti. Un momento del passato che non sarà mai concluso, che porterà la sua eco di dolore, di sofferenza come di amore e di coraggio nel presente. Il 23 aprile musicisti e attori in scena porteranno in luce le difficoltà di essere genitori con Io padre.
Chiuderà aprile l’orizzonte della diversità fisica, con l’emozionante spettacolo di teatro danza Il suono della caduta, di Antonio Viganò e le coreografie di Julie Anne Stanzak. Gli attori dell’Accademia della Diversità (progetto che unisce la creazione artistica all’inclusione sociale) metteranno in scena la difficoltà: del gesto, del movimento, dell’espressione. La difficoltà degli angeli nell’incarnarsi nel corpo degli uomini, angeli che intuiscono ciò che gli uomini chiamano “sentimenti”, ma a rigore non possono viverli. Gli attori si interrogano sul valore della vita, quella che ha il peso della gravità, del dolore fisico, della ferita che sanguina, della caducità e dell’amore. Quella che si può trasformare. Maggio si apre nell’orizzonte dell’attesa con Patres: il dondolio di una sedia, quasi un cullare antico, un giovane Telemaco di Calabria, cieco, che attende il padre; un figlio che non è in grado di partire, di vedere come andare, di cambiare, e un padre che non sa restare, che non sa tornare in una terra ostile.
Maggio vedrà anche il grande ritorno di Mario Perrotta, e un orizzonte di guerra, con Milite ignoto, quindicidiciotto, spettacolo finalista del premio Ubu e scelto da Radio 3 per il centenario della guerra. E poi un orizzonte di bambini, del mondo visto con uno sguardo magico, per trovare nel consueto il meraviglioso, per arricchirci di luce e stupore, con Era un autobus, insomma non proprio…, una produzione di treatro terrediconfine.
Chiuderà la rassegna La via del Pepe, di e con Massimo Carlotto, accompagnato in scena dai musicisti Maurizio Camardi e Mauro Palmas. E si chiude nel primo orizzonte, nell’orizzonte della migrazione. Si chiude con una favola per adulti, una finta fiaba africana per europei benpensanti. Si chiude nell’orizzonte iniziale, dopo un lungo viaggio, dopo aver creato e dato spazi, dopo aver attraversato diversità, difficoltà, dolore per trovare gioia, bellezza, possibilità.
All’interno della rassegna saranno inoltre presenti dei momenti di incontro pubblico con persone che operano nel “Sistema” accoglienza o che si occupano dello specifico trattato nelle piéces teatrali per creare un collegamento più marcato tra rassegna e territorio. Altra azione sarà la proiezione di alcuni video allineati alle proposte teatrali .
Come nella scorsa edizione anche quest’anno sono inseriti gli esiti dei corsi teatrali realizzati dall’Associazione treatro terrediconfine. L’intero cartellone verrà anticipato dalla festa “Orizzonti altri”, una serata d’inaugurazione in occasione della quale sarà proiettato un video dedicati agli spettacoli di “Proposta ’16” .
Dopo la presentazione si esibirà il gruppo la cena dei cannibali e concluderà con un dj set. L’iniziativa ospiterà, inoltre, la mostra fotografica di Agostino Bonetti. Segnaliamo che per tutta la serata sarà attivo il servizio bar gestito da “Parco Bar”.